"Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi!"

Il detto è abbastanza indicativo, spiega bene l'abitudine diffusa di vivere queste due feste dell'anno in modo diverso: il Natale in casa fra parenti per il grande pranzo con tacchino e panettone; la Pasqua in giro per l'Italia, in casa di amici o in campagna o al mare; dove più aggrada.

Responsabile è sicuramente la primavera: La Pasqua infatti cade in un periodo dell'anno in cui il clima è più dolce e gli alberi cominciano a fiorire.

Pasqua è anche una serena fantasia.
In genere ci si sente come un bambino, con un intimo desiderio di armonia e di fraternità. Ci si sente più buoni del solito; si guarda intorno con la voglia di fare qualche cosa di diverso, di dire qualcosa di più...

Si guardano le persone intorno a noi, e le amiamo di più: amiamo un po' di più anche noi stessi.
Distribuiamo auguri e parole, e ci accorgiamo, dai volti più distesi che vediamo intorno, che tutti hanno in fondo al cuore questo segreto proposito.

Un sorriso, una mano tesa... un cuore più caldo è dentro a tutti noi.

Comunque e con chiunque si viva la Pasqua, è d'abitudine, anche in questa occasione, puntualizzare la festa con il rito "dell'uovo" (simbolo di vita e di resurrezione), dai colori e dalle misure più disparate, e con gli auguri.

Anche i biglietti pasquali, come quelli natalizi, hanno una loro immagine commerciale precisa; se ne trovano disegnati con pulcini, uova, campane, fiori, scritte.
Sempre perfetti, comunque, per inviare gli auguri ai genitori, ai conoscenti, agli amici rimasti lontani, i classici ed eleganti biglietti bianchi, modestamente intestati.

Al di là della carta (che in ogni caso ha sempre una certa importanza), o del regalo, ciò che conta sono...

le parole e il cuore!

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